IL GOVERNO RIMANE SU PIEDI D'ARGILLA
di Giacomo Stucchi
A fotografare la gravità della situazione sono, ancora una volta, i numeri che hanno certificato il crollo del 5,2 % del gettito Iva nei primi otto mesi del 2013 (-3,7 miliardi di euro). Un dato che la dice lunga sull’incapacità degli ultimi due governi, il primo tecnico e il secondo delle larghe intese, di varare provvedimenti in grado di far uscire il sistema produttivo dalla stagnazione economica, e che mette a rischio anche la stabilità dei conti pubblici che a questo punto potrebbero essere completamente sballati. A fronte di questa crisi senza fine i cittadini però non vedono un governo in grado di venire incontro alle loro esigenze e, anzi, sono costretti ad assistere ai soliti giochetti di potere in corso nei palazzi romani. L’impressione, infatti, è che la fiducia rinnovata dal Parlamento a Letta abbia lasciato sul campo più dubbi e perplessità di prima, con la conseguenza di far rimanere l’esecutivo poggiato su piedi di argilla. Innanzi tutto perché Pd e Pdl continuano ad avere programmi fiscali ed economici molto diversi tra loro. Basta vedere la questione dell’Imu sulla prima casa per capire che sul fronte del fisco, come del resto su molto altro ancora, le grandi intese vacillano non poco. In secondo luogo perché, sul piano squisitamente politico, i due grandi partiti della maggioranza continuano a rimanere al loro interno dei cantieri in pieno fermento. Nel Pd solo i prossimi passaggi parlamentari, a cominciare da quello sulla legge di stabilità, diranno se tra Letta e Renzi la pax sia sostanziale. Se davvero Renzi “tifa per il governo” dovrà infatti garantirgli la stabilità necessaria ad andare avanti, rinunciando alle ambizioni di premiership per “accontentarsi” del premio di consolazione rappresentato dalla segreteria del suo partito. Sul fronte opposto le cose non stanno certo meglio. Tramontata, almeno per ora, l’ipotesi scissione del Pdl-Forza Italia, probabilmente più per forza maggiore che non per convinzione delle parti in causa, Alfano è senza dubbio uno o due passi avanti rispetto a tutti i suoi competitors ma deve fare i conti con le tante trappole che, sia i suoi avversari del Pd sia gli oppositori all’interno del suo partito, verosimilmente continueranno a disseminare lungo la sua strada.
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