Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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venerdì, marzo 07, 2014

DAL BICAMERALISMO PERFETTO AL SISTEMA DI VOTO IMPERFETTO

di Giacomo Stucchi
Il dibattito a Montecitorio sulla nuova legge elettorale la dice lunga sull’aria che tira dalle parti dei palazzi romani. La sensazione è che non si tratti, come probabilmente il premier avrebbe voluto, di un passaggio epocale ma piuttosto dell’ultima spiaggia di un partito, il Pd, consapevole di rischiare di chiudere bottega se, dopo Bersani e Letta, dovesse fallire anche con Matteo Renzi. Del resto la decisione di votare la nuova legge elettorale solo per la Camera,condizione imposta all’ex sindaco da una parte del suo stesso partito per poter andare avanti, non ha più nulla del patto originario con il Cavaliere e l’annunciata stagione di riforme si è trasformata in un accordo al ribasso. Tutto questo dimostra quanto siano fragili gli equilibri all’interno del Pd, ma soprattutto quanto sia debole la leadership di Renzi. Una condizione, quest’ultima, che fa a pugni con le ambiziose riforme economiche e sociali che il premier annuncia, ormai quotidianamente, di voler fare ma che richiederebbero da parte del Pd un appoggio parlamentare ben più convinto di quello che stiamo vedendo alla Camera. La sicumera con la quale il capo del governo continua a ripetere che la riforma del sistema del voto anche al Senato è secondaria, perché tanto nelle sue intenzioni questo ramo del Parlamento andrà eliminato, appare poi fuori luogo e rischiosa. Fuori luogo perché se è vero che le ragioni che stavano alla basedel bicameralismo perfetto, per cui ogni legge deve essere approvata nel medesimo testo da entrambi i rami del Parlamento , sono ormai superate, non è altrettanto scontato che la risposta migliore sia quella di eliminare tout court il Senato. Rischiosa perché la valutazione che accomuna la maggior parte dei deputati del Pd, così come dei loro alleati del Nuovo Centrodestra, sul tema delle riforme non è sulla necessità di cancellare l’assemblea di Palazzo Madama, ma sull’eliminazione della doppia approvazione e appunto della navetta parlamentare. Ne consegue che ammesso che la maggioranza approvi la nuova legge elettorale, il risultato sarà quello di avere due diversi sistemi di voto: uno per la Camera dei Deputati, con l’Italicum, e l’altro per il Senato, come modificato dalla sentenza della Consulta. Per quanto tempo questa situazione si possa protrarre, in attesa che arrivi la riforma anche del Senato, nessuno è in grado di prevederlo. Ma nel frattempo, però, avremmo già fatto ridere il mondo intero.