Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, marzo 18, 2014

NON DOBBIAMO "IMPRESSIONARE" LA MERKEL MA SALVARE LA NOSTRA ECONOMIA

di Giacomo Stucchi

L’ultima volta che la Cancelliera Angela Merkel restò “impressionata” dalle misure economiche di un nostro premier fu con Mario Monti e tutti sappiamo poi come è andata a finire. Il breve periodo che il Professore della Bocconi trascorse a Palazzo Chigi bastò, purtroppo, per lasciarci in eredità drammi sociali come quello degli esodati, frutto dell’improvvida riforma della  legge Fornero, nonché un aggravio della pressione fiscale che si abbatté con inusitata determinazione sulla casa, bene primario di milioni di cittadini. Ebbene, tutto questo dovrebbe  insegnare qualcosa all’attualepremier. Il pellegrinaggio a Berlino può forse servire a prendere del tempo ma non impedirà alla Germania di continuare ad imporre sui partner europei quella politica del rigore che li sta uccidendo. Per come sono messe le cose nel nostro Paese, soprattutto sul fronte occupazionale e della crescita,  con gli ultimi dati Ocse a certificare il calo netto nel nostro Paese del reddito annuale della famiglia media  di 2.400 euro tra il 2007 e il 2012 (perdita legata al ''deterioramento del mercato del lavoro, soprattutto per i giovani”), la soluzione ai problemi non consiste certo nell’utilizzo di quel poco di margine che abbiamo al di sotto del famigerato tetto del 3 per cento.   L’obiettivo, molto più importante, deve essere quello di rimodulare gli accordi europei per il rientro del debito pubblico. Un impegno troppo stringente per un' economia come la nostra afflitta da sei anni di stagnazione, ma soprattutto da un sistema fiscale non più sopportabile da imprese e famiglie. Le stesse riforme del lavoro annunciate dal premier Renzi come strutturali, e non una tantum,  faranno un buco nell’acqua se non supportate da coperture finanziare che non siano aleatorie. Come quelle annunciate con i tagli sul fronte della sicurezza, in particolare nella dotazione di uomini e mezzi alle forze dell’ordine,  che prevedono anche la soppressione di importanti presidi di polizia sul territorio. Perché  invece non si accelera nell’applicazione dei costi standard in tutti i Comuni, ma soprattutto nelle regioni a statuto speciale? Sono queste le riforme strutturali che andrebbero fatte e  che darebbero, se applicate subito, quel gettito necessario a far respirare la nostra economia.