Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, luglio 10, 2014

LE PRIORITA' DI RENZI NON SONO QUELLE DEI CITTADINI

di Giacomo Stucchi

Se i cittadini potessero dettare l’agenda al governo, non abbiamo alcun dubbio che al primo punto delle cose da fare metterebbero le misure a favore del lavoro e gli incentivi per un serio rilancio dell’economia. Eppure il governo ha capovolto le priorità delle cose da fare, dettando al Parlamento una serrata attività legislativa quasi esclusivamente dedicata alle riforme istituzionali. Tutti gli altri provvedimenti, alcuni dei quali annunciati dal premier nelle scorse settimane con squilli di tromba e una precisa tabella di marcia, possono aspettare. Prima vengono le riforme istituzionali, poi altri decreti e soltanto dopo, forse, le misure per gli incentivi all’occupazione. La verità è che, a parte la riforma sul federalismo voluta dalla Lega Nord, sul processo riformatore in atto c’è molto da discutere. A cominciare dalla fretta imposta dal governo al Parlamento, che appare dettata soprattutto dalla necessità di rispettare gli impegni assunti da Renzi a Bruxelles; e dalla connessione che il premier fa tra l’approvazione del nuovo Senato e della riforma della legge elettorale, con la possibilità che i partner europei si convincano ad adottare una maggiore flessibilità nella gestione dei conti pubblici. Quanto verosimile sia questa connessione lo scopriremo molto presto, ma i primi segnali non sembrano andare nella direzione auspicata dal presidente del Consiglio. La raccomandazione formale dell’Ecofin, che ha chiesto all’Italia “sforzi aggiuntivi” di bilancio già quest’anno, e di assicurare l’equilibrio formale dei conti nel 2015, non è certo un segnale di apertura dell’Ue nei confronti del governo Renzi e della sua politica. La sensazione, perciò, è che Palazzo Chigi stia giocando una rischiosa partita sulla pelle dei cittadini. L’affermazione del ministro Padoan, secondo la quale “l’economia torna a crescere solo si se fanno le riforme strutturali”, è di certo condivisibile, ma a patto che si chiarisca quali riforme meritino la priorità assoluta. In tal senso, dubitiamo fortemente che quelle all’esame del Parlamento in questi giorni, seppur necessarie, serviranno a creare un solo posto di lavoro.