Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, agosto 05, 2014

Il GOVERNO DEL FARE NON NE AZZECCA UNA

di Giacomo Stucchi

L’attesa per i dati dell’Istat sul Pil  del secondo trimestre dell’anno mette molto in apprensione Palazzo Chigi e non solo. Nonostante l’apparente disinvoltura del premier, infatti, da domani il Paese potrebbe essere ufficialmente in recessione,  a dispetto delle previsioni del governo. E’ chiaro che ci auguriamo che non sia così ma il punto è che certi atteggiamenti del premier non finiscono mai di stupirci, in negativo.  Qualunque sia il dato dell’Istat il punto è che esistono una miriade di segnali, dalle vacanze cancellate ai consumi ridotti al lumicino, che rendono palpabile la persistenza della crisi economica.   Fare quindi polemica anche con la Confcommercio, che giustamente definisce quasi  “invisibile” l’effetto bonus di 80 euro sui consumi, ha davvero dell’incredibile. Cosa ha fatto il premier per farli ripartire? Ha forse approvato un  decreto per incentivare, davvero, le imprese ad assumere? No. Ha forse adottato un provvedimento, al di là della risibile riduzione dell’Irap, per abbassare in modo significativo  la tassazione alle imprese?  No. Ha forse tenuto sotto controllo i conti pubblici, magari adottando (come da tempo chiede la Lega Nord) l’immediata applicazione dei costi standard in tutta la pubblica amministrazione, per evitare gli sprechi e liberare risorse? Naturalmente no. Inoltre, come se non bastasse l’incapacità a porre un freno al debito, Renzi ha pure litigato con il Commissario della “spending review”  Carlo Cottarelli; e, proprio in queste ore,  pasticciato con gli emendamenti ai decreti, dalla Pubblica Amministrazione alla Competitività. Che dire poi del vergognoso dietrofront sul  pensionamento, prima  annunciato e poi bocciato,  di circa 4 mila insegnanti? E  infine, Renzi ha indovinato le priorità sulle quali intervenire per far uscire il Paese dallo stallo economico nel quale si trova? No, però è riuscito a impantanare il Parlamento in una sconclusionata riforma del Senato, i cui effetti vedremo solo tra qualche anno.