Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, settembre 18, 2014

I BUCHI NERI DEL GOVERNO

di Giacomo Stucchi

Siamo alle solite, il premier che avrebbe dovuto fare una riforma al mese, e che invece continua a navigare a vista, predica bene e razzola male. L’emendamento del governo alla riforma del lavoro (o Job act, come ama definirla l’ex sindaco di Firenze), che introduce per i neo assunti a tempo indeterminato contratti di lavoro con  tutele crescenti in base all’anzianità di servizio, crea più problemi di quanti non intenda risolverne. Altro che Job act,  la vera rivoluzione sarebbe stata quella di abbassare il costo del lavoro per favorire le assunzioni da parte delle imprese; queste, a loro volta, avrebbero dovuto essere incentivate con un deciso ridimensionamento della pressione fiscale e una semplificazione degli adempimenti amministrativi e burocratici. Sarebbe stato questo il vero shock da dare alla nostra economia ma per farlo avremmo dovuto avere, in primis, un governo sostenuto da una coalizione che lavorasse all’unisono; e poi una seria ed efficace revisione della spesa pubblica. Nel governo invece  si litiga su tutto, a cominciare dallo stesso Pd. In quel partito, infatti, sulla riforma del lavoro esistono sensibilità e opinioni molto diverse (che sono poi il motivo per cui sino ad oggi il provvedimento era stato messo in stand by) che adesso però si stanno già traducendo in opposizione aperta al disegno di legge delega, e forse non solo a quello. La soluzione del governo sarebbe allora quella di approvare  i contorni della riforma ma non la “sostanza”, ovvero i termini  della suddetta gradualità di tutele, che potrebbero essere decisi in un secondo momento coi decreti delegati. Insomma, siamo alla solita deleteria abitudine di legiferare su testi e norme che poi però, per  entrare in vigore, necessitano dell’approvazione di ulteriori interpretazioni; l’ennesima  “rivoluzione” annunciata che, come già tutte le altre messe in cantiere dall’esecutivo, rischia di fare un buco nell’acqua e diventare un altro buco nero di questa legislatura.