Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, ottobre 21, 2014

QUELLA NEBULOSA CHIAMATA LEGGE DI STABILITA'

di Giacomo Stucchi

Sarà per i tanti miliardi snocciolati con molta disinvoltura, o forse per i tanti contenziosi  aperti, con Regioni e Comuni, ma anche con Unione europea e sindacati,  fatto sta che la  legge di Stabilità continua ad essere una nebulosa. Le stesse rassicurazioni del Quirinale, che ha comunicato di aver ricevuto il disegno di Legge di Stabilità varato dal governo Renzi, ancorché senza la prevista bollinatura della Ragioneria dello Stato, ovvero senza la relazione tecnica che accompagna il provvedimento, sembrano avere lo scopo più di mitigare la confusione che di dare certezze. La verità è che al momento il Parlamento, che sino a Costituzione vigente dovrebbe essere il luogo deputato a discutere delle leggi, continua ad essere uno spettatore ignaro di tutto. Potremmo entrare nel merito delle misure annunciate dal premier, come quella del bonus degli 80 euro alle neo mamme, per ricordargli che esiste una proposta della Lega Nord per gli asili nido gratis, che per una famiglia con padre e madre che lavorano sarebbe senza ombra di dubbio un sostegno ben più significativo del bonus, ma il punto è che occorre prima superare l'attuale Babele. Ogni approvazione di leggi finanziaria, ancorché oggi abbia cambiato il nome in Legge di Stabilità,  è sempre stata  preceduta da dibattiti e polemiche, ma qui ogni giorno esce  fuori una nuova proposta la cui copertura  nessuno sa dove andare a recuperare. Anche il ministro dell’Economia Padoan, che sino a questo momento era parso tra i membri del governo quello più prudente, ha cominciato a sparare numeri con l’annuncio di ottocentomila nuovi posti di lavoro; ma si tratta di una comunicazione che non poggia su nessuna certezza e crea solo delle illusioni e delle aspettative infondate.  Il premier e i suoi ministri parlano di miliardi con disinvoltura e promettono di tutto, alimentando  voci di palazzo e retroscena  giornalistici che parlano con sempre maggiore insistenza di elezioni a breve , ma la verità è che al momento sui saldi di questa manovra, sulle coperture, quanto in deficit e quanto di tagli, quali gli enti interessati e per quale ammontare, nemmeno la Ragioneria dello Stato è disposta a metterci la firma.