Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, febbraio 12, 2015

RIFORME SI, IMPOSIZIONI NO

di Giacomo Stucchi
Il dibattito a tappe forzate voluto da Renzi per portare avanti le riforme costituzionali non è stato un bel segnale di democrazia. La strada è stata sbagliata nel merito, per i contenuti cioè delle riforme stesse che abbiamo più volte criticato, ma anche nel metodo, per aver trasformato il Parlamento in un luogo di scontro. La defaillance, della stessa maggioranza, che prima impone una seduta fiume e poi però non fa nulla per scongiurare la mancanza del numero legale in Aula alla Camera, è un segnale gravissimo perché l’oggetto della seduta non è una legge qualunque ma la riforma della Costituzione, che tutti vogliamo ma nel migliore dei modi. Invece in questa fase costituente voluta da Renzi registriamo una gran confusione dettata, forse, da una lettura sbagliata da parte del governo del processo riformatore, che non può essere una “trattativa” tra le esigenze di Tizio e Caio ma la sintesi di ciò che è meglio per tutti i cittadini. Noi abbiamo sempre pensato che il ruolo delle opposizioni fosse quello di migliorare le misure proposte e di trovare nel Parlamento un luogo dove gli steccati, a maggior ragione poi se in una fase costituente, vengano abbattuti senza far valere la forza dei numeri. Impegnare il Parlamento per mesi in una procedura così complessa, qual è appunto quelle prevista per cambiare la nostra Carta costituzionale, ha inevitabilmente significato mettere da parte altri importanti provvedimenti, in primis quelli economici, che invece a nostro avviso avrebbero dovuto avere la priorità. Tuttavia la Lega Nord, pur non condividendo tempi, modi, e contenuti, non si chiama fuori dal dibattito costituente e anzi si pone a presidio della nostra battaglia di sempre a favore del federalismo. A maggior ragione poi se ad essere in ballo sono i temi per i quali ci siamo sempre battuti, a cominciare dalla riforma del Titolo V sull’Autonomia finanziaria degli enti territoriali.