Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, marzo 05, 2015

QUANDO TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE

di Giacomo Stucchi

Difficile dire se la missione del premier Renzi, volato prima a Kiev e poi a Mosca, sortirà degli effetti diplomatici positivi nei complicati scenari internazionali esistenti, di certo sappiamo però che ha lasciato in casa una maggioranza e un governo con le idee confuse. A cominciare dal provvedimento sulla lotta alla corruzione che subisce l’ennesimo rinvio (se ne discute da due anni!). Al di là dei tecnicismi giuridici il dato politico è che la maggioranza non trova l’accordo per approvare le nuove norme per combattere la corruzione. Un fatto che, abbinato all’approvazione nei mesi scorsi del cosiddetto decreto “svuotacarceri”, la dice lunga su quanto stia a cuore al governo in carica la tutela del cittadino onesto. Ma altri pasticci o rinvii arrivano anche su altri fronti. La scorsa settimana è stato comunicato che non ci sarebbe più stato alcun decreto sulla “Buona Scuola”. Dopo mesi di annunci, giornate tematiche sulla riforma che doveva rivoluzionare la scuola italiana, Renzi ha infatti messo da parte “l’urgenza” e ha deciso di passare la palla al Parlamento chiamato a legiferare sulla materia. Un fatto del quale, personalmente, non possiamo che rallegrarci ma che mette in qualche modo le Camere in seria difficoltà visto che il presidente del Consiglio ha promesso 160mila assunzioni nella scuola. Avere creato queste aspettative condiziona adesso enormemente il percorso legislativo. Sul fronte del Jobs Act, invece, cominciano a manifestarsi i primi limiti della riforma. Da un’inchiesta giornalistica risulterebbe infatti come tra le conseguenze del nuovo contratto di assunzione a tutele crescenti ci sia, per esempio, l’impossibilità per i nuovi assunti di accedere all’erogazione di un mutuo immobiliare. Dei tanti istituti di credito interpellati è infatti venuto fuori che nessuno di questi ritiene il nuovo contratto di lavoro voluto da Renzi come una garanzia valida per erogare un prestito. Che è un po’ come dire che le future generazioni di lavoratori non potranno mai comprarsi una casa!