Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, settembre 29, 2015

CON IL PD AL GOVERNO LA CASA COME UN BANCOMAT

di Giacomo Stucchi
Dopo aver ascoltato per anni la sinistra predicare l’importanza di seguire l’oracolo di Bruxelles nel determinare le politiche economiche e fiscali dei singoli Stati membri, scopriamo ora che invece non è più così. Il segretario del Pd e presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha infatti rivendicato il diritto di Palazzo Chigi di decidere in piena autonomia quale politica fiscale adottare, nella fattispecie la riduzione della tassazione immobiliare, prescindendo dalle direttive comunitarie. Abbassare le tasse sulla casa in generale, non solo sulla prima, è una cosa sacrosanta. In primo luogo perché i governi Monti-Letta-Renzi, tecnici o delle larghe intese ma comunque con dentro il Pd, hanno sempre utilizzato gli immobili come fossero un bancomat; e far quadrare i conti con l’aumento di un comodo gettito fiscale imposto sulla casa è stato di certo più facile che impegnarsi in una seria politica di tagli agli sprechi nella spesa pubblica. In secondo luogo perché gli stessi governi, con quest’assurda e ingiusta politica fiscale, hanno massacrato il settore dell’edilizia, da sempre volano di sviluppo e di crescita dell’economia del nostro Paese. Quindi, se il premier e segretario del Pd si ravvede e abbandona le politiche fallimentari dei precedenti governi di sinistra , compresa quella del suo stesso esecutivo che per un anno e mezzo non ha fatto nulla per abbassare o semplicemente razionalizzare la tassazione immobiliare, ben venga. Il punto però è quanto questa politica, per il momento solo annunciata, possa effettivamente diventare un fatto concreto e soprattutto permanente. Bankitalia, infatti, ha messo le mani avanti e spiegato, per bocca del suo vicedirettore Luigi Federico Signorini in audizione sul Def, che il taglio delle tasse ha effetto solo se permanente. I dubbi e i rilievi sul Def nel corso delle audizioni parlamentari, così come i moniti della Corte dei Conti, che chiede maggiori certezze sulla tassazione della casa, richiama alla “credibilità” sulla spending review e osserva che la ripresa è “fragile e incerta”, non sono però invenzioni della Lega Nord ma questioni sul tappeto che il premier fa finta di ignorare.