Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, settembre 17, 2015

LA MAGGIORNAZA DELLE POLTRONE

di Giacomo Stucchi
Alla già scandalosa circostanza di un partito di governo che litiga da mesi, non a seguito di un genuino confronto sul migliore assetto costituzionale da dare al Paese, ma per la sopravvivenza politica di gruppi e sottogruppi, si è aggiunto lo stravolgimento totale di ogni prassi parlamentare che ha sempre visto nei processi di riforma costituzionale la ricerca della maggiore condivisione possibile. Questa fase politica, quindi, non sarà certo ricordata per la sua valenza costituente ma per l’arroganza di un partito, e del suo leader, che l’hanno assoggettata ai propri interessi. Tutto, in questa pseudo stagione riformatrice, è targato Pd: dalla presidenza della Repubblica a quella del Senato, dal Consiglio dei ministri alla Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Alla faccia della democrazia! In questo preoccupante contesto il Senato si appresta a varare una riforma costituzionale con modalità legislative molto discutibili. Che vedono, per esempio, scavalcato il lavoro in Commissione, solo perché in quella sede il governo rischia concretamente di andare sotto. Dove può portarci un siffatto modo di legiferare, dove il Senato opera per lo più sotto i diktat di Palazzo Chigi, è un’incognita la cui responsabilità ricade unicamente sul governo Renzi. In questo incerto e desolante quadro l’unico fatto sicuro, che peraltro avevamo ampiamente previsto, è che se questa pessima riforma dovesse ottenere in Senato il voto favorevole dell’aula è solo perché le sirene renziane avranno compiuto la loro opera di convincimento in quei settori parlamentari, o parti di essi, in cui hanno trovato terreno fertile le promesse di poltrone e strapuntini; in questa come nella prossima legislatura. Viene proprio da dire, perciò, che più che una riforma costituzionale quella in atto è una nuova allocazione di poltrone istituzionali, presenti e future, che ha come unico scopo quello di favorire un partito e il suo segretario.