Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, ottobre 06, 2015

LE SPREGIUDICATE MOSSE DI RENZI

di Giacomo Stucchi
Nonostante la buona volontà della Lega Nord a ritirare alcuni emendamenti al ddl Boschi, per agevolare il dialogo sulle riforme costituzionali, governo e maggioranza vanno avanti per la loro strada rifiutando ogni ragionevole proposta di confronto. Questa riforma è fatta male e le conseguenze che ne deriveranno sul nostro sistema parlamentare e legislativo, se mai dovesse entrare in vigore, saranno disastrose. Ormai è chiaro a tutti che la maggioranza, con l’appoggio degli scissionisti di Forza Italia guidati da Verdini, intende approvarsi da sola la riforma costituzionale a proprio uso e consumo. Difficile però immaginare che tale supporto sia un atto di volontariato e non invece un accordo politico vero e proprio con il presidente del Consiglio. Il fine giustifica i mezzi, ma a che prezzo? La stessa domanda sembra se la siano posti i parlamentari della minoranza dem che, proprio quando pensavano di aver raggiunto l’accordo con il premier e di essere determinanti per la sopravvivenza del suo governo, scoprono invece che non è più così. Un trattamento, quello riservato da Renzi all’opposizione del suo partito, che assomiglia molto a quel “stai sereno Enrico” che fu il preludio dell’ascesa a Palazzo Chigi. Ma l’aiuto di Verdini al Senato di certo non basta al premier per risalire la china. Dalle amministrative di primavera in poi, infatti, i sondaggi lo hanno sempre visto in discesa e ben lontano dalle percentuali delle elezioni europee dello scorso anno. Si spiegano così, perciò, gli ultimi annunci in tv sul taglio dell’Ires e sulla diminuzione del canone Rai. Ma i proclami del premier di solito hanno delle conseguenze non proprio favorevoli per tutti i cittadini. Come quella del bonus degli ottanta euro in busta paga a una platea di contribuenti, che ebbe come effetto il taglio alle risorse degli enti locali con l’inevitabile innalzamento da parte dei Comuni delle tasse locali. Sul canone Rai è ancora peggio. Perchè inserirne il pagamento nella bolletta della luce, sempre ammesso che ciò sia tecnicamente e giuridicamente possibile, secondo le prime proiezioni significherebbe raddoppiare le entrate della tv pubblica. Potrebbe spiegarsi così, allora, la fretta del premier nel rinnovare i vertici aziendali lo scorso agosto: altro che autonomia e pluralismi, con dirigenti da lui nominati e una pioggia di denaro pubblico a loro disposizione è facile immaginare le conseguenze.