Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, febbraio 11, 2016

QUANDO UN SERVIZIO PUBBLICO DIVENTA ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA

di Giacomo Stucchi
Nessuno mette in dubbio la libertà di ognuno di noi, e quindi anche dei cantanti che salgono sul palco dell'Ariston a Sanremo, di manifestare con gesti e parole le proprie idee. Ma un evento mediatico non può diventare strumento di pressione; e magari contribuire a determinare l'orientamento su un provvedimento in discussione al Parlamento. Tanto più poi è necessario considerare che l’oggetto del provvedimento è talmente divisivo dall’aver spaccato in due la coalizione di governo e lo stesso Pd. Evidentemente una manifestazione come il Family Day, che ha portato al Circo Massimo a Roma decine di migliaia di persone per dichiarare il proprio “no” alla legge sulle unioni civili, intesa come anticamera del matrimonio e delle adozioni gay, ha colpito nel segno. L'impressione è che per riequilibrare le sorti del provvedimento, tanto caro alla sinistra, si usi il servizio pubblico televisivo come arma di distrazione di massa. Prendiamo spunto da queste circostanze anche per ricordare che tra qualche mese ci apprestiamo a celebrare un referendum molto importante sul destino della nostra Costituzione. E quindi se sulle unioni civili, al puro scopo di favorirne l’approvazione in Senato, non si è esitato a sbandierare dinanzi a milioni di telespettatori nastri colorati, non osiamo pensare cosa ci si possa inventare per influenzare l'opinione pubblica su una consultazione elettorale di rilievo, alla quale peraltro il premier ha legato il suo stesso destino politico.Bisognerebbe quindi stare molto attenti all'utilizzo di quello che dovrebbe rimanere un servizio pubblico, non di parte, per il quale tutti i cittadini, a prescindere dal loro orientamento politico o di altra natura, sono comunque obbligati a pagare un canone.