Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, maggio 03, 2016

LE CONSEGUENZE NEGATIVE DELLA RIFORMA RENZI-BOSCHI

di Giacomo Stucchi
La campagna elettorale del premier sulla riforma costituzionale è iniziata e si sa già dove l’inquilino di Palazzo Chigi vuole andare a parare. Il chiaro intento è quello di dimostrare ai cittadini che la riforma costituzionale Renzi-Boschi, sulla quale gli elettori saranno chiamati a votare il prossimo autunno, taglia le poltrone, riduce i costi della politica e rende più snella ed efficace la struttura istituzionale. Altro aspetto della campagna del premier è poi quello di annoverare come sostenitore del vecchio e oppositore del cambiamento, chi è contrario alla riforma. Ma è davvero così? Il dichiarato intento di contenere i costi di funzionamento delle istituzioni è espresso addirittura nel titolo della legge ma, come fanno notare i costituzionalisti nel loro documento critico della riforma, “il buon funzionamento delle istituzioni non è prima di tutto un problema di costi legati al numero di persone investite di cariche pubbliche, bensì di equilibrio fra organi diversi, e di potenziamento, non di indebolimento, delle rappresentanze elettive”. Come Lega Nord, peraltro, non ci siamo mai opposti a una limitazione dei costi della politica. A condizione, però, che non si faccia il gioco delle tre carte come accaduto con la legge sulla soppressione delle Province, che al momento ha introdotto solo due vere novità: l'elezione degli organi (che sono diventati di secondo livello) e la trasformazione delle dieci principali Province in Città metropolitane. L’impressione, quindi, è che il governo Renzi sia bravissimo a “strizzare l’occhio” al sentimento di antipolitica, tagliando quindi il numero dei senatori, sopprimendo le Province o altri enti come il CNEL (chi non sarebbe d’accordo a farlo!) per poi far come ai famosi 80 euro: da una parte aggiunge e dall'altra toglie. In questo caso, tutto ciò, riguarda l’architettura costituzionale, che ci auguriamo, se passasse il referendum, funzioni davvero secondo principi di efficienza, ma anche di democrazia.