PIU' DIRITTI AI CITTADINI ITALIANI IN DIFFICOLTA'
di Giacomo Stucchi
Avere ammesso che nel Pd esiste una questione morale, come ha fatto il
premier in televisione, non esime il presidente del Consiglio dalle sue
responsabilità. Che consistono, in primo luogo, nell’aver fallito come capo del
governo; e poi anche come segretario del maggior partito di governo, con una
classe dirigente che litiga persino sulle riforme che ha già approvato in
Parlamento. A dispetto della maggioranza numerica che, con giochi di prestigio e
transumanze parlamentari, tiene in vita il governo, se la permanenza di Renzi
dovesse dipendere dai risultati ottenuti alla guida dell’esecutivo egli dovrebbe
andare a casa entro le prossime ventiquattrore. In primis per la sua politica di
aiuto indiscriminato a tutti i migranti che danneggia i veri rifugiati e i molti
italiani in difficoltà. Per questo come Lega Nord noi chiediamo di stornare
parte delle risorse destinate all'assistenza dei richiedenti asilo per
assegnarle agli italiani vittime della crisi economica. Quando si tratta di
assegnare i fondi sociali questo governo ha fatto la precisa scelta di
privilegiare chi arriva nel nostro Paese invece che gli italiani. Noi non
vogliamo sottrarre fondi ai veri rifugiati che fuggono dalle guerre, ma c'è un
eccesso di richieste di riconoscimento: basti pensare che su oltre 20mila
domande analizzate quest'anno soltanto a 811 (il 3%) è stato concesso lo status
di rifugiato. E dalla presentazione della domanda all'esito dei ricorsi passano
a volte anche due anni in cui queste persone sono a nostro carico. Tanti soldi
dunque vanno a migranti che sono sostanzialmente dei clandestini arrivati in
Europa per migliorare la propria situazione economica e ciò penalizza gli
italiani che stanno soffrendo la crisi. Noi chiediamo invece che gli italiani
possano godere degli stessi diritti riconosciuti a coloro che anche
furbescamente cercano di ottenere aiuti dallo Stato pur sapendo di non avere i
requisiti. E che gli italiani non se la passino bene sono sempre i numeri a
dimostrarlo. Quelli pubblicati dal Sole24Ore, per esempio, dicono che
l’aumento delle rate e delle bollette non pagate nel 2015 sfiora i 60 miliardi
con una crescita del 37% in quattro anni. Una somma, peraltro sempre più
difficile da recuperare, con un tasso di rientro pari al 16 per cento, che la
dice lunga sullo stato di salute della nostra economia; con le famiglie e le
imprese sempre più in affanno e non più in grado di onorare i loro impegni.
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