Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, maggio 12, 2016

SULLE UNIONI CIVILI UN'ALTRA BRUTTA PAGINA PARLAMENTARE

di Giacomo Stucchi
Non è una bella pagina parlamentare quella scritta dalla maggioranza in occasione dell’approvazione alla Camera del provvedimento sulle unioni civili. Qualcuno ha parlato di violazione del galateo istituzionale, che vorrebbe che la maggioranza garantisca il più possibile il dibattito parlamentare, a maggior ragione quando a essere in gioco ci sono temi molti divisivi nel Paese e nel Parlamento, ma la questione non è solo un problema di forma ma anche di sostanza. Al di là dei contenuti della legge, infatti, le cui lacune e incongruenze si verificheranno molto presto nell'applicazione della normativa, il punto è che anche in questa occasione, come già per il dibattito sulla riforma costituzionale, abbiamo avuto una testimonianza di quale ruolo riduttivo Renzi intenda riservare al Parlamento. Che non è considerato dal premier come luogo istituzionalmente idoneo a trovare la sintesi fra le diverse posizioni in esso rappresentate, ma il posto dove far valere la forza dei numeri. Tanto è vero che il governo non si pone minimamente il problema di avere al Senato i voti da parte di un gruppo parlamentare, ALA, nato appositamente per tenere in vita l’esecutivo il più a lungo possibile. Se il dibattito parlamentare è stato compresso in più di un occasione in questa legislatura con una Costituzione vigente che prevede il bicameralismo perfetto, puntualmente disatteso dal governo Renzi con il sistematico ricorso alla fiducia (anche quando non era necessaria), e una maggioranza raccogliticcia a Palazzo Madama, figuriamoci cosa potrebbe accadere se passasse la riforma costituzionale Renzi-Boschi. In quel caso, infatti, il Senato sarebbe relegato a un mero dopolavoro di consiglieri regionali e sindaci, mentre la Camera dei Deputati, in virtù del combinato disposto con la nuova legge elettorale, sarebbe totalmente nella mani dei deputati del partito vincitore delle elezioni. Penso che i cittadini-elettori siano abbastanza accorti per intuire quali rischio comporti una siffatta riforma del nostro sistema parlamentare.