Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, giugno 28, 2016

LA BREXIT UN FARO DI DEMOCRAZIA

di Giacomo Stucchi
E’ davvero curioso che un’organizzazione sovranazionale che ha dei tempi notoriamente biblici per adottare qualsiasi decisione, qual è l’Unione europea, chieda adesso al Regno Unito di fare in fretta per avviare le procedure del negoziato al termine del quale i britannici saranno di fatto fuori dall’Ue. Quali che siano le ragioni di Londra l’impressione è che in questa vicenda, come su molti altri dossier europei, come quello dell’immigrazione clandestina, burocrati e tecnocrati di Bruxelles più che fare gli interessi dei popoli europei mirino a mantenere le loro posizioni di potere a scapito della capacità decisionale dei singoli Stati membri. E’ questa l’Europa che vogliamo? Nel nostro Paese, soprattutto nell’area di governo e in quella a essa contigua, il premier britannico dimissionario David Cameron è stato criticato per aver giocato d’azzardo con la scelta di portate il suo Paese al referendum. Si è detto che le sue intenzioni, confortate da sondaggi evidentemente lontani dalla realtà, erano quelle di zittire una volta per tutte gli euroscettici del suo Paese e di rinsaldare la sua leadership. Se erano davvero queste le sue intenzioni allora si può di certo dire che mai delle previsioni si sono rivelate tanto sbagliate, ma resta il fatto che l’inquilino di Downing Street ha comunque dato la possibilità al popolo inglese di poter scegliere se restare o meno nell’Ue; facendogli esercitare quella facoltà di voto che altri governi europei, compresi quelli di casa nostra a guida Pd o dei tecnici, hanno sempre negato. Un esercizio di democrazia che evidentemente non si concilia coi tecnicismi cui Bruxelles, purtroppo, ci ha abituato; e forse la verità è che la Brexit non può neanche essere immaginata dall’oligarchia che guida l’Ue. Non sorprende, perciò, che i suoi vertici, in primis il presidente della Commissione Junker, abbiano reagito con stizza al risultato referendario britannico e si siano, invece, ben guardati dal fare un pò di autocritica. Ma è ormai evidente che le politiche europee di rigore, sempre più vicine agli interessi di pochi potenti e sempre più lontane dalle esigenze dei popoli, non potranno durare ancora a lungo; e far finta di non vedere questo inarrestabile processo, che il referendum inglese ha solo accelerato, è un pò come nascondere la testa sotto la sabbia.