Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, giugno 14, 2016

NEL VOTO DELLE CITTA' UNO SPARTIACQUE POLITICO

di Giacomo Stucchi
Il 16 giugno è un giorno che milioni di contribuenti non possono certo dimenticare perché coincide con la scadenza unificata di parecchie tasse e contributi che costringono gli italiani a mettere mano al portafoglio. Un fatto che stride fortemente con il “No-Imu day” che il premier aveva annunciato di voler festeggiare per sottolineare l’abolizione della tassa sulla prima casa; e infatti i dirigenti del Pd hanno pensato bene di ripiegare su una più “sobria” giornata di tavolini e volantinaggio. Insomma c’è davvero poco di che festeggiare. Di certo un taglio alla tassazione sulle case è gradito ma non è sufficiente a lasciare nelle mani dei cittadini le risorse che servirebbero per migliorare la loro vita e magari rilanciare i consumi. Per una tassa tolta, infatti, ne rimangono molte altre, come l’Imu e la Tasi sulle case che non siano la prima, l’addizionale comunale e regionale, le ritenute sul lavoro autonomo e dipendente, l’Iva mensile, l’Ires, oltre alle tasse locali, come quella sui rifiuti, che in alcuni casi aumentano pure. Non c’è tregua per il popolo dei contribuenti, che di certo non crede alle parole del premier quando dice di aver abbassato le tasse. E poi ci si chiede come mai il Paese non cresce, ma come dovrebbe farlo con questo fiume di denaro che affluisce nella casse di uno Stato centralista e di un governo che sa solo aumentare spesa e debito? La verità è che con Renzi a Palazzo Chigi i soldi delle tasse affluiti nelle casse statali non si sono tradotti in un miglioramento dei conti pubblici. La pressione fiscale rimane insopportabile per famiglie e imprese che devono “combattere” con balzelli ed entrate a cui non ha fatto seguito alcun contenimento del debito. Questa è l’economia del Paese con Renzi al governo. Ecco perché il ballottaggio delle elezioni amministrative, ancorché importante per le realtà locali cittadine, può diventare uno spartiacque politico. Una sonora sconfitta dei candidati del Pd, infatti, non potrà essere relegata a un mero fatto locale ma acquisirà una valenza politica che i palazzi romani non potranno ignorare; e che costringeranno il premier e il governo a trarne le dovute conseguenze.