Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, agosto 30, 2016

CITTADINI SFIDUCIATI, AGLI SLOGAN NON CREDE PIU' NESSUNO

di Giacomo Stucchi
Gli eventi degli ultimi giorni hanno portato il Paese a stringersi con un grande afflato di solidarietà ai cittadini del centro Italia gravemente colpiti dal sisma del 24 agosto; e non saranno mai abbastanza i ringraziamenti che noi tutti dobbiamo a coloro che hanno profuso le loro energie per salvare vite umane da sotto le macerie. Il tragico evento irrompe nell’agenda del governo in un clima politico che nei mesi scorsi il premier e i suoi ministri avevano contribuito non poco ad avvelenare, soprattutto con la personalizzazione del voto referendario. Una “strategia” che non ha portato a nulla di buono, né al Paese né ai cittadini; e gli ultimi dati forniti dall’Istat, basati su interviste realizzate prima del tragico terremoto della scorsa settimana, certificano peraltro l’incapacità di Palazzo Chigi di determinare condizioni in grado di far cambiare il profondo senso di sfiducia che esiste nelle imprese e nelle famiglie. Insomma, la situazione non è certamente delle migliori e occorrerebbero, quindi, misure urgenti dal parte del governo per cercare di venirne fuori alla svelta. Sino ad oggi Renzi e i suoi ministri hanno sempre utilizzato degli slogan per cercare di rendere popolari le loro riforme. Dal Jobs Act alla Buona Scuola, dall’Italicum alla riforma costituzionale, i provvedimenti portati avanti dal governo e approvati dalla maggioranza, oltre a non dare risultati soddisfacenti, hanno però più diviso che unito, più complicato che risolto i problemi, più reso pessimisti che ottimisti i cittadini. Forse anche perché l’idea dell’uomo solo al comando, che ha sempre caratterizzato l’operato di Renzi e che in parte ha ispirato i suddetti provvedimenti, non funziona e non dà i suoi frutti. Adesso però il premier non può pensare di affrontare con la stessa metodologia i problemi che sono sul tappeto in queste ore. A cominciare dall’improrogabile necessità di togliere al più presto gli sfollati del terremoto da sotto le tende prima che arrivi il freddo.