Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, settembre 15, 2016

CHI HA SCOMMESSO SUL SI' CERCA DI CONDIZIONARE IL VOTO REFERENDARIO

di Giacomo Stucchi
Se intorno al referendum costituzionale non si fosse creato un clima da Armageddon, voluto e fomentato in primis dal presidente del Consiglio, forse oggi si sarebbe potuto vivere con maggiore serenità questo importante passaggio politico. Invece, dall'irruzione a gamba tesa dell'ambasciatore americano a Roma Phillips, al quadro preoccupante descritto da Confindustria lo scorso mese di luglio, che in caso di vittoria del No ha previsto una perdita di 4 punti di prodotto nel periodo 2017-2019 e un debito pubblico destinato a salire fino al 144 per cento del Pil, i tentativi di condizionamento del voto referendario a favore del Sì continuano a essere tanti e variegati. Il fatto è che nei mesi scorsi in tanti, sia nel mondo politico sia in quello economico, hanno scommesso sulla vittoria del Sì. Costoro però non hanno fatto bene i conti con il buon senso dei cittadini che oggi, dopo più di due anni e mezzo di Renzi a Palazzo Chigi, durante i quali non una delle tante promesse fatte dal premier è stata mantenuta, non sono più disposti a firmare deleghe in bianco. La verità è che sulla riforma costituzionale il governo ha sbagliato su tutta la linea: prima nella fase legislativa, abbandonando lo spirito costituente e facendo valere la forza dei numeri in Parlamento; e poi nella comunicazione ai cittadini, ai quali tuttora si sta cercando di far credere che se vincono i No tutto andrà a catafascio. Non è cercando di condizionare l'orientamento del voto referendario in un senso specifico che si fa l’interesse della democrazia. Basti pensare all’informazione della Rai che da settimane, prima, durante e dopo la pausa estiva, martella in continuazione sulle ragioni del Sì; e si guarda bene, però, dallo stigmatizzare il fatto che ad oggi non esiste ancora nessuna certezza su quando celebrare il referendum sulle riforme. Un fatto, quest’ultimo, che da solo la dice lunga sui timori del governo. Dall’esito del referendum, infatti, difficilmente potrà prescindere il destino politico di Renzi.