Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, settembre 06, 2016

LE MOSSE DI PALAZZO CHIGI PER FAR VINCERE IL SI'

di Giacomo Stucchi
L’incertezza sulla data del voto referendario è sospetta. Sino a un pò di tempo fa, quando Renzi e i suoi ministri davano per scontato la vittoria del Sì, sembrava che già ai primi di ottobre i cittadini sarebbero stati chiamati al voto, mentre adesso si parla addirittura di dicembre. Ma perché posticipare il voto se comunque, prima o poi, questo passaggio dovrà essere consumato? Atteso che è davvero difficile spersonalizzare il referendum, dopo che lo stesso premier ha “avvelenato i pozzi” del dibattito referendario e non solo, la sensazione è che Renzi temendo le conseguenze di una possibile vittoria del No voglia fare di tutto per scongiurare questa evenienza. Si spiegherebbe così la solita politica renziana degli annunci che questa volta riguarderebbe però il fronte delle pensioni. Con la promessa della cosiddetta quattordicesima allargata ad almeno un altro milione di pensionati e una no tax area Irpef che arrivi per questa categoria di contribuenti a 8 mila euro, il governo tenterebbe di ingraziarsi i favori elettorali di questi cittadini già con la prossima legge di Stabilità. Posticipare il voto referendario a dicembre darebbe il tempo a Palazzo Chigi di incardinare il provvedimento sulle pensioni e cercare così di conquistare nuovi consensi elettorali. Insomma, una replica di quanto già fatto alle elezioni europee del 2014 con il famoso bonus degli 80 euro a una platea di beneficiari. L’impressione, però, è che questa volta il giochetto potrebbe non riuscire; e almeno per un paio di ragioni. La prima riguarda i contenuti del quesito referendario. I ministri e lo stesso premier continuano a ripetere di volere parlare del merito della riforma stessa. Ma più si entra nello specifico, anche per effetto di pubblicazioni, articoli e convegni sul tema, più i cittadini dimostrano di non gradire la riforma varata dal governo; e votata in Parlamento, non dimentichiamolo, da una maggioranza raccogliticcia la cui unica preoccupazione era quella di scongiurare le elezioni anticipate minacciate di continuo da Renzi. La seconda ragione, invece, che denota la saggezza che i cittadini hanno a prescindere dalla propaganda governativa, consiste nell’opinione ormai diffusa di non ritenere prioritaria questa riforma rispetto a tutti i problemi del Paese. Una tendenza, quest’ultima, già esistente nei mesi scorsi nell’opinione pubblica ma accentuatasi negli ultimi giorni.