Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, novembre 15, 2016

ALTRO CHE TRUMPISMO, QUELLO DI RENZI RIMANE IL GOVERNO DELLO "ZERO VIRGOLA"

Con un debito pubblico fuori controllo e un tasso di disoccupazione drammatico ci vuole proprio una faccia tosta fuori dal comune per considerarsi soddisfatti della misera crescita del Pil registrata dall’Istat. Dopo aver alimentato una campagna elettorale referendaria divisiva, faziosa e istituzionalmente scorretta (a cominciare dall’uso spregiudicato della televisione pubblica), adesso Renzi si aggrappa disperatamente allo “zero virgola” per convincere i cittadini della bontà della sua azione di governo. Ma i fatti, non solo i numeri, sono sotto gli occhi di tutti e descrivono un Paese che non riesce a uscire dalla crisi economica e che rimane imbrigliato da problemi che il governo, dopo quasi tre anni di permanenza a Palazzo Chigi, non è stato in grado di risolvere. Altro che trumpismo! Il goffo tentativo di certi apologeti di regime, che mirano a far salire il renzismo sul carro del vincitore, appare ridicolo. Magari Renzi avesse avuto un decimo della coerenza di Trump. Chi pensava che il neo Presidente degli Stati Uniti si sarebbe rimangiato i suoi impegni, o avrebbe edulcorato alcune sue posizioni espresse durante la campagna elettorale, si è infatti sbagliato di grosso. Nelle sue prime interviste, infatti, il nuovo inquilino della Casa Bianca ha ribadito molti punti del suo programma, come il rafforzamento del muro al confine con il Messico (che peraltro non è una sua invenzione ma esiste già da tempo) e l’espulsione degli immigrati illegali. Tutto il contrario, insomma, del nostro premier che rimane un campione degli stravolgimenti di fronte. Le sue giravolte politiche hanno infatti scandito la sua ascesa al governo e, purtroppo, anche la sua permanenza. Basti pensare che solo qualche mese fa il presidente del Consiglio, all’apice dello scontro politico sul referendum, annunciava un ritiro a vita privata in caso di vittoria del No al referendum; salvo poi rimangiarsi tutto quando i sondaggi cominciavano a prospettargli una possibile sconfitta del Sì. Ma non è finita, perché dopo qualche giorno l'inquilino di Palazzo Chigi ha pensato che una spersonalizzazione dello scontro politico, da lui stesso creato nel disperato e vano tentativo di risalire in sondaggi, potesse tornargli utile. Constatato però l’ennesimo insuccesso, il premier è quindi tornato alle origini con una riacutizzazione del confronto.