Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, novembre 29, 2016

COMUNQUE VADA IL 4 DICEMBRE RENZI DOVREBBE MOLLARE LA POLTRONA

di Giacomo Stucchi
Si discute tanto su cosa accadrà al governo dopo il responso referendario, ma l’impressione è che il premier non mollerà facilmente la poltrona. Eppure, a prescindere dal risultato del referendum, di motivi per mandarlo a casa ce ne sarebbero parecchi. Dalla riforma della pubblica amministrazione, bocciata dalla Consulta proprio nei suoi punti principali, al Jobs Act, costato molti miliardi ma incapace di creare occupazione vera, alla cosiddetta Buona Scuola, che ha portato ad avere cattedre vuote ancora a fine novembre, il bilancio del suo esecutivo è infatti fallimentare. Per quasi tre anni Renzi e i suoi ministri, trascurando le vere emergenze del Paese, dal lavoro che non c’è alle tasse da record che vanno di certo abbassate, hanno impegnato il Parlamento con delle riforme che fanno acqua da tutte le parti. Hanno voluto giocare a fare i riformatori, senza averne però le capacità; e i risultati disastrosi sono sotto gli occhi di tutti. E che dire poi dell’Italicum? Definita dal premier la più bella legge elettorale del mondo, può oggi vantare il record assoluto di essere stata approvata e rinnegata dagli stessi proponenti. Dopo averla votata, infatti, nessuno oggi nella maggioranza è disposto a difendere un sistema di voto cucito a suo tempo sulle personali ambizioni del premier e legato a doppio filo con la nuova Carta costituzionale. Sicché oggi è rimasta una legge senza padri alla quale tutti sono disposti a dire addio senza alcun rimpianto. C’è poi il fronte dei rapporti con l’Ue. Anche qui si tratta di un fallimento ma in questo caso il premier, a suo modo, cerca di giocare d’astuzia. Il presidente del Consiglio, infatti, a parole si professa contro l’Ue ma poi nei fatti si rivela essere un preciso esecutore delle sue imposizioni; e per questo sia Juncker sia i poteri finanziari fanno il tifo per lui. Tutto ciò premesso, il voto referendario rimane un passaggio importantissimo. E per questo il fronte del No in vista del voto di domenica prossima deve serrare i ranghi e convincere quanti più indecisi possibile a votare contro la riforma. Le tenteranno tutte per imbrogliare le carte. Agiteranno lo spettro dell’incertezza e delle mille sciagure e disastri che deriverebbero dalla vittoria del No, da quello finanziario a chissà quale altra diavoleria, ma sarà la loro ultima carta. Perchè siamo certi che i cittadini non cascheranno in questo tranello; e non si faranno ammaliare né dalle belle parole né dalle tante mance e mancette che Renzi ha messo nella legge di stabilità per conquistare voti. Un pacco regalo fasullo, come la sua politica in tre anni di governo.