Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, novembre 10, 2016

HA VINTO IL SOGNO AMERICANO

di Giacomo Stucchi
Capita di sbagliarsi ma l’abbaglio che l’establishment a stelle e strisce, in primis il mondo dell’informazione, ha preso sull’esito delle elezioni presidenziali è davvero sorprendente. Oggi sono in molti a chiedersi come sia stato possibile che ai principali media, ai gruppi di potere, e a tutto ciò che è in grado di mettere in moto una campagna elettorale come quella per la conquista della Casa Bianca, sia sfuggito del tutto cosa covasse davvero sotto la cenere del voto americano. L’impressione, comunque, è che Donald Trump abbia vinto perché in grado di interpretare meglio di chiunque altro, sia all'interno del suo partito sia naturalmente in quello democratico, il sentimento di un popolo che evidentemente nei grandi numeri non è rimasto per niente contento degli otto anni di presidenza Obama. Un lungo periodo durante il quale di certo si sono avvantaggiate alcune categorie sociali ma che ha visto concentrare la ricchezza in quel Paese nelle mani di un numero sempre più ristretto di persone, lasciandone indietro molte altre che non hanno più avuto modo di riprendersi dopo la grande crisi economica. La promessa di Trump, quindi, di non voler lasciare indietro nessuno, ribadita nel suo discorso di ringraziamento agli elettori subito dopo la conferma del risultato elettorale, potrebbe essere forse la pietra miliare della futura amministrazione. Se davvero il neo presidente americano farà le cose che ha detto per tutelare la classe media, per dare agli americani ciò che è degli americani, e per rinnovare il sogno di questo grande Paese, allora avrà vinto due volte. Sul piano squisitamente interno, può questa vicenda insegnare qualcosa anche nel nostro Paese? Noi crediamo di sì. Così come la Clinton ha parlato agli americani per diciotto mesi di questioni che non hanno appassionato il grande pubblico, tanto da averla punita con una sonora batosta elettorale, allo stesso modo nel nostro Paese governo e premier hanno impegnato Parlamento e opinione pubblica per più di due anni e mezzo su un tema, quello della riforma costituzionale, che non è mai stato in cima ai pensieri dall’opinione pubblica. Si tratta di una circostanza che né i sorrisi ipocriti di Renzi né le sue promesse elettorali potranno cambiare.