Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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mercoledì, novembre 02, 2016

MOMENTO DIFFICILE, GOVERNO RENZI DIMOSTRI DI ESSERRE ALL'ALTEZZA DELLA SITUAZIONE

di Giacomo Stucchi
Il mostro che ormai da mesi attanaglia in una morsa di angoscia e paura una vasta aria del Centro Italia non accenna a placarsi; e i suoi nefasti effetti, non ultimo lo scoramento delle popolazioni coinvolte da questo interminabile terremoto, continuano a dispiegarsi. L’unico sollievo è il lavoro degli uomini e delle donne della Protezione civile, delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco e dei tanti volontari, che cercano di venire incontro per quanto possibile alle esigenze dei terremotati. Come fare? Di certo le reiterate promesse di una totale ricostruzione di paesi sepolti dalle macerie, simulacri degli antichi borghi che tutto il mondo ci invidia, non bastano a tranquillizzare le popolazioni colpite se poi alle parole non seguono fatti concreti. Stare vicino agli sfollati, anche fisicamente, è di certo importante; ma lo è altrettanto dare, per quanto possibile, delle certezze alle famiglie e alle imprese locali coinvolte dal sisma. L’attività del governo Renzi, posta in essere già all’indomani della prima tragica scossa dello scorso 24 agosto, temiamo serva, invece, più a far vedere all’opinione pubblica che l’esecutivo opera in qualche modo, che non a prendere il toro per le corna e affrontare i problemi sul tappeto. Tende sì o tende no, container sì o container no, casette di legno sì o casette di legno no, alloggi in albergo sì o alloggi in albergo no, questa parodia tragica va avanti ormai da più di due mesi e non fa altro che aggravare la situazione. Siamo poi rimasti basiti nel sentire il premier chiedere al Parlamento di fare presto nell’approvare il decreto legge per la ricostruzione nelle aree del terremoto, prima della forte scossa di domenica scorsa, quando è stato lo stesso governo Renzi a tergiversare per settimane. Ancora più basiti, però, siamo rimasti oggi nel sentire il ministro dell’Interno Alfano utilizzare il terremoto come pretesto per non andare a votare il prossimo 4 dicembre, per la consultazione referendaria sulle riforme. E’ giusto che la società civile e politica lavorino all’unisono per affrontare questo momento, ma anche il premier e il suo governo devono dimostrarsi all’altezza della situazione. Lascino stare la data del referendum, quindi, e pensino piuttosto a togliere subito di mezzo per decreto tutte quelle procedure amministrative e burocratiche, tipicamente accentratrici, che impediscono ai sindaci dei territori colpiti dal terremoto di operare al meglio per venire incontro ad alcune esigenze. Penso, per esempio, alle parole del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, non certo della nostra parte politica, che ha detto di aver visto le pene dell'inferno per avere deciso di sua sponte di puntellare con impalcature edifici pubblici in bilico, che altrimenti sarebbero di certo crollati. Inoltre, diano subito ai comuni colpiti la certezza (non solo a parole!) dell'esenzione fiscale, già con gli anticipi Irpef e Iva di novembre. Facciano, insomma, ciò che qualsiasi governo, degno di questo nome, farebbe per dare delle risposte concrete alle amministrazioni locali e ai primi cittadini che si trovano, tra l'altro, a dover fare i conti con 200mila case lesionate. Il terremoto è certo una tragedia, ma lo sarebbe ancor di più un governo incapace di affrontarla.