Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, aprile 04, 2017

ECONOMIA FERMA AL PALO, ALTRO CHE EFFETTO RIFORME

di Giacomo Stucchi
Sui dati economici diffusi dall’Istat c’è poco da essere soddisfatti. A cominciare dal lieve aumento del potere d’acquisto delle famiglie nel 2016, considerato dai renziani un effetto delle riforme, ma che di certo non può far dimenticare il gap che ci separa dai livelli pre-crisi. Non a caso dal Codacons parlano subito di una "illusione ottica" e attribuiscono il progresso "unicamente alla deflazione e al crollo dei prezzi al dettaglio avvenuto nel corso del 2016, quando l'inflazione ha fatto segnare una media del -0,1%".
 
Per quanto riguarda poi i dati sul lavoro del mese di febbraio 2017, la soddisfazione espressa dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, è davvero fuori luogo. La disoccupazione scende un pò, peraltro con percentuali ancora da zero virgola, ma questo dato, purtroppo, va letto unitamente a quello relativo alla diminuzione del numero dei cittadini che cercano un lavoro. Guardando i dati senza la lente deformante della propaganda, infatti, si può constatare come nel mese di febbraio è in crescita il numero degli inattivi, di coloro cioè che non risultano né occupati né in cerca di lavoro, rispetto a gennaio, dello 0,4%, pari a +51 mila unità; a fronte degli 83.000 disoccupati in meno.

In parole povere l’entusiasmo del premier non ha motivo di esistere perché, in realtà, sempre meno persone si offrono sul mercato del lavoro e questo spiega perché diminuisce il tasso di disoccupazione. La rilevazione mensile dell'Istat, quindi, fotografa un dato fallimentare direttamente connesso alle politiche sul lavoro portate avanti negli ultimi anni dai governi a guida Pd e il “grande” risultato rivendicato da Palazzo Chigi appare perciò del tutto incomprensibile.

Così come appare fuori luogo, del resto, la soddisfazione di Matteo Renzi per le molte richieste di rottamazione delle cartelle esattoriali. Secondo i dati forniti da Equitalia sono già 600mila i contribuenti che hanno deciso di aderire alla rottamazione delle cartelle. Un dato che l’ex premier ha commentato con grande entusiasmo. Tanta manifestazione di giubilo farebbe pensare che con la rottamazione si sia risolto il problema di un fisco opprimente per i cittadini. Invece no, anzi è vero esattamente il contrario.
 
Il fatto che ogni giorno migliaia di contribuenti siano alle prese coi loro debiti con il fisco è indicativo di quanto pesante sia nel nostro Paese la pressione fiscale e di quanto sia difficile conviverci. Il ricorso alla rottamazione da parte di molti cittadini, perciò, non è un risultato del quale andare fieri, perché significa solo che c’è ancora moltissima strada da fare per avere finalmente un fisco più giusto ed equo; e non può certo consolare il fatto che nella manovra che si appresta a varare l’esecutivo Gentiloni si presume che buona parte delle entrate arrivino dal recupero di evasione.