LE INDECISIONI DEL GOVERNO SULLA LIBIA POTREBBERO COSTARCI CARE
di Giacomo Stucchi
L’inerzia di Palazzo Chigi nel fronteggiare con efficacia i flussi
migratori dalla Libia hanno fatto assumere a questo problema i connotati di un
fenomeno del tutto fuori controllo. A fronte di una situazione che
richiederebbe la massima attenzione da parte dell’esecutivo la sinistra al
governo continua invece a tergiversare. A chi osservi questo scenario
dall’esterno tutto deve sembrare surreale. Mentre il presidente francese
Emmanuel Macron ci ha scavalcato sul piano
dell’iniziativa diplomatica, organizzando a Parigi un incontro con il presidente
del Consiglio presidenziale libico Fayez al-Sarraj e
il comandante dell'esercito nazionale libico, il generale Khalifa
Haftar, e ha anche annunciato che realizzerà in Libia degli 'hot
spot', dei centri di accoglienza per identificare gli immigrati e valutare chi
ha i requisiti per essere considerato rifugiato e per partire e chi invece e'
irregolare e non puo' venire in Europa, ovvero ciò che la Lega chiede invano da
molto tempo, il governo Gentiloni, così come quelli Letta e Renzi che lo hanno
preceduto, continuano a menar il can per l’aia.
Come se non bastasse, mentre la Corte di Giustizia dell’Ue ha
“blindato” il principio che sta alla base del regolamento di Dublino
sull’asilo, chiudendo di fatto gli spiragli che potrebbero aiutare l’Italia
nella gestione della crisi migratoria, il nostro governo rimane a guardare; e
anzi ringrazia l’Ue per aver annunciato “un canale di comunicazione costante tra
Italia e la Commissione durante l'estate, tramite un team di contatto permanente
nella Commissione Ue" che assicurerà un "flusso permanente di informazioni con
le autorità italiane e una rapida risposta operativa". Insomma, le solite parole
da parte dell'Ue che non risolvono un bel nulla. Intanto a pagare
per l’accoglienza sono sempre le regioni e i comuni, costretti dal governo ad
occuparsi degli immigrati clandestini anziché dei loro cittadini. Dinanzi a
tutto questo, lascia basiti l’eccesso di prudenza del premier
Gentiloni alla richiesta fatta
all’Italia, dal presidente al-Sarraj, di un
intervento navale sulle coste libiche per fermare gli scafisti. Si
tratta di un indecisione che potrebbe costarci molto cara.
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