Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, luglio 27, 2017

LE INDECISIONI DEL GOVERNO SULLA LIBIA POTREBBERO COSTARCI CARE




di Giacomo Stucchi

L’inerzia di Palazzo Chigi nel fronteggiare con efficacia i flussi migratori dalla Libia hanno fatto assumere a questo problema i connotati di un fenomeno del tutto fuori controllo. A fronte di una situazione che richiederebbe la massima attenzione da parte dell’esecutivo la sinistra al governo continua invece a tergiversare. A chi osservi questo scenario dall’esterno tutto deve sembrare surreale. Mentre il presidente francese Emmanuel Macron ci ha scavalcato sul piano dell’iniziativa diplomatica, organizzando a Parigi un incontro con il presidente del Consiglio presidenziale libico Fayez al-Sarraj e il comandante dell'esercito nazionale libico, il generale Khalifa Haftar, e ha anche annunciato che realizzerà in Libia degli 'hot spot', dei centri di accoglienza per identificare gli immigrati e valutare chi ha i requisiti per essere considerato rifugiato e per partire e chi invece e' irregolare e non puo' venire in Europa, ovvero ciò che la Lega chiede invano da molto tempo, il governo Gentiloni, così come quelli Letta e Renzi che lo hanno preceduto, continuano a menar il can per l’aia.

Come se non bastasse, mentre la Corte di Giustizia dell’Ue ha “blindato” il principio che sta alla base del regolamento di Dublino sull’asilo, chiudendo di fatto gli spiragli che potrebbero aiutare l’Italia nella gestione della crisi migratoria, il nostro governo rimane a guardare; e anzi ringrazia l’Ue per aver annunciato “un canale di comunicazione costante tra Italia e la Commissione durante l'estate, tramite un team di contatto permanente nella Commissione Ue" che assicurerà un "flusso permanente di informazioni con le autorità italiane e una rapida risposta operativa". Insomma, le solite parole da parte dell'Ue che non risolvono un bel nulla. Intanto a pagare per l’accoglienza sono sempre le regioni e i comuni, costretti dal governo ad occuparsi degli immigrati clandestini anziché dei loro cittadini. Dinanzi a tutto questo, lascia basiti l’eccesso di prudenza del premier Gentiloni alla richiesta fatta all’Italia, dal presidente al-Sarraj, di un intervento navale sulle coste libiche per fermare gli scafisti. Si tratta di un indecisione che potrebbe costarci molto cara.