REFERENDUM, MILIONI DI SI' PER UNA MAGGIORE AUTONOMIA
di Giacomo Stucchi
Il risultato del referendum consultivo delle regioni Veneto e Lombardia
restituisce delle certezze dalle quali nessuno potrà più prescindere. In primo
luogo quella relativa al dato sull’affluenza che è andata oltre le migliori
aspettative, con milioni di persone che si sono recate alle urne e hanno votato
quasi plebiscitariamente per il sì. Ogni elezione è una storia a se, ma non c’è
dubbio che in un momento di sfiducia dei cittadini nella politica la
consultazione referendaria si è dimostrata l’arma vincente per riportare gli
elettori nella cabina elettorale. Segno evidente che quando ad essere messe sul
piatto ci sono questioni che interessano davvero i cittadini la loro attenzione
c’è; e con essa anche la voglia di esprimere una scelta con il proprio voto.
La seconda certezza che il voto determina è la forza che avrà, da oggi in poi,
la richiesta di una maggiore autonomia delle regioni Veneto e Lombardia. Chiuse
le urne, infatti, comincia un percorso istituzionale, nell'alveo del quadro
costituzionale previsto dalla nostra Carta, avviando una trattativa con lo
Stato centrale che sarà portata avanti dai governatori in nome e per conto di
tutti i cittadini lombardi e veneti. Si tratta di un fatto che nessuno potrà
ignorare o ridimensionare. Una maggiore autonomia alle regioni, e quindi
maggiori risorse per potere meglio gestire sul territorio le competenze, non
potranno che essere la logica conseguenza di queste trattative. Infine, il dato
politico. Al di là delle ragioni del referendum, non si può fare a meno di
constatare come il più forte partito di governo, il Pd, che in tutti i modi e a
tutti i livelli (salvo rare eccezioni) ha cercato di sminuire l’importanza della
consultazione referendaria, se non addirittura di boicottarla, abbia dimostrato
ancora una volta di non essere in sintonia con il Paese. Governo e maggioranza
sono adesso costretti a prendere atto che la questione settentrionale è al
centro dell'agenda politica e con essa il tema dell’autonomia.
Possono continuare a girare in treno il Paese quanto gli pare, ma nessuno nel Pd
potrà ignorare la volontà di milioni di cittadini.
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